Rendita catastale: cos'è e come calcolarla

Rendita catastale: cos'è e come calcolarla

Rendita catastale, cos’è e, soprattutto, a cosa serve? Ecco tutte le informazioni che possono esserti utili per avere una visione completa, in particolare per capire come calcolarla. 

 

Rendita catastale della tua casa, ma a cosa serve?

La rendita catastale cos’è? È un valore fiscale, un dato fondamentale per fare i calcoli a fini fiscali del tuo immobile, che è in grado di produrre o generare reddito. Calcolare la rendita catastale dell’immobile ti consente di ottenere quindi il valore di reddito che l’Agenzia delle Entrate gli attribuisce.

 

Se vuoi vendere la tua casa o comprarne una, ad esempio, questo tipo di valutazione ti aiuta a comprendere la base fiscale sulla quale sono calcolate le imposte sulla proprietà, l’imposta di registro o quella sui redditi, come IMU o IRPEF di un’abitazione o terreno agricolo.

Se l’immobile è censito e accatastato, puoi trovare la rendita catastale sull’atto di acquisto della casa e / o sulla visura catastale attuale, un documento ufficiale rilasciato dall’Agenzia delle Entrate che ti permette di conoscere tutti i dati catastali attuali dell’immobile, oltre alla rendita catastale, come: foglio, particella, subalterno ed eventuale sezione, classe e categoria.

Quindi, una modalità semplice e veloce per conoscere la rendita catastale di un immobile è quello di richiederne la visura catastale relativa.

Se scegli la visura catastale storica puoi anche sapere, ad esempio, quali sono state tutte le variazioni catastali (frazionamenti, scissioni, soppressioni, ecc.) di un terreno o di un fabbricato.

Come si calcola quindi la rendita catastale? In pochi e semplici passaggi, ecco tutto quello che devi sapere per procedere:

 

  • Rendita castale, quali sono le categorie catastali?
  • Rendita catastale di un immobile, come si calcola?

 

Rendita catastale, quali sono le categorie catastali?

Per calcolare la rendita catastale, se non vuoi ricorrere alla visura catastale, è necessario conoscere la categoria catastale dell’immobile di tuo interesse. Questo perché i parametri che contribuiscono a determinare il calcolo variano in base alla categoria a cui appartiene l’immobile.

Ecco quali sono le  principali categorie catastali:

  • gruppo A: immobili a uso abitazione (appartamenti, ville, baite...) o uffici. La consistenza catastale viene calcolata in vani. Tutte le abitazioni appartengono alla categoria catastale A e sono divise, in base alla loro definizione specifica, in sottogruppi (da A/1 ad A/8 e A/11);
  • gruppo B: immobili con carattere sociale o comunitario (caserme, monasteri, uffici pubblici, ospedali, scuole e biblioteche). La loro consistenza catastale è calcolata in metri cubi;

 

  • gruppo C: immobili finalizzati ad attività commerciali o varie (negozi, magazzini, laboratori, cantine). I box o posti auto sono categorizzati nel sottogruppo C/6. La loro consistenza catastale è calcolata in metri quadri;
  • gruppo D: immobili a destinazione speciale (fabbriche, alberghi, banche, teatri, ospedali, impianti industriali, grandi negozi). La loro rendita è determinata attraverso una stima diretta;
  • gruppo E: immobili a destinazione particolare (aeroporti, caserme, luoghi di culto). La loro rendita è determinata attraverso una stima diretta;
  • gruppo F: entità urbane (aree dismesse, ruderi, cantieri)

 

È l’Agenzia delle Entrate a determinare la tariffa d’estimo unitaria, che equivale alla rendita catastale media unitaria di ogni categoria e classe. La tariffa d’estimo rappresenta il reddito del bene immobile, al lordo di contributi e imposte dovute e al netto delle spese e delle eventuali perdite.

 

Rendita catastale di un immobile, come si calcola?

Come si calcola, allora la rendita catastale di un immobile? Bisogna moltiplicare la consistenza catastale dell’immobile per il valore riportato nelle tariffe di estimo.

Sono due i parametri che ti consentono di definire la rendita catastale:

  • la dimensione dell’immobile: essa è tradotta in vani catastali, metri quadri o metri cubi, in base alla categoria catastale a cui appartiene l’immobile;
  • valore numerico: esso è elaborato dall’Agenzia delle Entrate del Territorio. Varia in base alla zona in cui è situato l’immobile e alla destinazione d’uso della proprietà. Gli immobili di ogni zona sono così ripartiti in categorie e classi catastali.

La rendita catastale è un dato molto importante perché permette di ottenere il valore catastale, cioè quell’unità numerica che permette di pagare le imposte, poiché rappresenta la base di calcolo.

Quindi, il valore catastale si calcola esclusivamente sulla base della rendita catastale. Si può ricavare se si moltiplica la rendita catastale per un dato coefficiente di rivalutazione, che per gli immobili appartenenti al gruppo A, C, D, E è pari al 5%, mentre per gli immobili di categoria B è pari al 40%. Il valore ottenuto va poi moltiplicato per un ulteriore coefficiente variabile sempre in base alla categoria di appartenenza dell’immobile.